AREA MARINA PROTETTA – CAPO CARBONARA

VILLASIMIUS

Gli scenari sommersi sono caratterizzati da rocce granitiche che formano pinnacoli e bastioni, avvallamenti, spaccature e tafoni, sovente colorati dal giallo delle margherite di mare o dal rosso delle gorgonie. Nei pressi dei Variglioni dell’Isola dei Cavoli è normale incontrare branchi di barracuda mediterranei e seguirli nei loro pattugliamenti in cerca di cibo, grazie anche alla notevole trasparenza dell’acqua. Nei pressi della Secca di Cala Caterina si può scendere ad ammirare uno spettacolo sommerso fatto di grosse frane granitiche, abitate da una tranquilla popolazione di cernie e orate di grandi dimensioni.

Educazione ambientale

L’Area Marina Protetta oltre a svolgere attività di ricerca e monitoraggio per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione delle risorse naturali e della biodiversità marina e costiera, svolge inoltre un ruolo attivo nelle attività di comunicazione, formazione ed informazione attraverso la promozione dell’educazione ambientale e la diffusione delle conoscenze degli ambienti marini e costieri dell’area marina protetta. È inoltre precisato che l’Area Marina Protetta deve trovare il giusto equilibrio fra tutela e salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo socio economico del territorio attraverso l’adozione di politiche di sviluppo sostenibile che riguardino la valorizzazione delle attività tradizionali, delle culture locali e la promozione e il sostegno di forme di turismo ecocompatibile.

NATURA

dell’Area Marina Protetta CAPO CARBONARA

Le aree marine protette sono “ambienti marini costituiti dalle acque e dai relativi fondali nonché dai tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono” (Legge n. 979/82 Difesa del mare).

L’Area Marina Protetta Capo Carbonara (AMPCC) è localizzata nella parte sud-est della Sardegna ed è stata istituita con Decreto del Ministero dell’Ambiente nel 1998, poi modificato nel 1999 e sostituito integralmente nel 2012. Coprendo una superficie di circa 14.360 ettari, l’AMPCC è la terza area marina più estesa della Sardegna ed è suddivisa in quattro livelli di protezione: zona A (riserva integrale), zona B (riserva generale), zona C (riserva parziale) e D (riserva sperimentale). .

Il territorio dell’Area Marina Protetta Capo Carbonara si estende da Cala Pisano sino a Punta Is Proceddus e comprende il tratto di mare che circonda le isole di Serpentara e dei Cavoli, oltre a numerosi scogli minori come quello del Congresso, dei Proci, di Santo Stefano e dei Variglioni e diverse secche come le ancore, di Berni, dei Dotti, di Libeccio, di Mezzo, di Piscaddedus e Santa Caterina..

Le bellissime rocce presenti sulle spiagge, le vaste praterie di Posidonia oceanica e i diffusi sedimenti bioclastici marini conferiscono a Capo Carbonara un paesaggio terrestre e marino di elevatissimo valore ambientale. Ed è per questo grande valore che l’AMP è stata riconosciuta anche come area ASPIM (Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea) ai sensi della Convenzione di Barcellona per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento. Il suo perimetro inoltre coincide quasi interamente con il Sito di interesse comunitario Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu istituito ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE e sono presenti diverse Zona di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/CEE. Numerose sono le spiagge che si affacciano sull’AMP, una sorta di istmo con al centro la zona umida dello stagno di Notteri circondato da una costa tra le più varie e affascinanti del Mediterraneo. .

Negli scenari sommersi, è possibile ammirare le forme delle rocce granitiche, pinnacoli, avvallamenti, spaccature e tafoni, sovente colorati dal giallo delle margherite di mare o dal rosso delle gorgonie, dove le tranquille popolazioni di cernie, dentici e orate di grandi dimensioni e i banchi di barracuda mediterraneo pattugliano in cerca di cibo. Tra i mammiferi marini, oltre alla frequente presenza del delfino costiero, il tursiope, negli ultimi anni sono state avvistati alcuni esemplari di balenottera comune, capodogli, delfini comuni e stenelle nelle acque più profonde del Area Marina Protetta..

Curiosità Lo sapevi che l’Area Marina Protetta Capo Carbonara prende il nome dal promontorio omonimo? Deriva dall’antico nome di Villasimius, “Crabonaxa”, legato all’utilizzo del legno per la produzione di carbone.

All’interno dell’Area Marina Protetta sono presenti alcune tra le specie ittiche tipiche dei mari della Sardegna, tanto dei fondali rocciosi, predominanti nell’area, quanto di quelli più sabbiosi dai polpi ai crostacei, saraghi, triglie, dentici, ricciole, capponi, murene, cefali, orate, corvine e tanto altro. Le isole, gli isolotti, le coste rocciose, i sentieri costieri, le spiagge e le zone umide di Villasimius sono inoltre ambienti molto importanti per la biodiversità animale che ospitano: sono infatti l’habitat ideale di molte specie di uccelli, rettili, anfibi. Le coste rocciose, ripide e verticali, sono il luogo ideale per la riproduzione di molti uccelli, soprattutto per la difficoltà di accedervi in quanto garantiscono una buona protezione dalle varie specie di predatori, fra cui l’uomo stesso.

Pinna nobilis– Nacchera 

È il mollusco più grande del Mediterraneo, può raggiungere i 90-100 cm di lunghezza; ha una conchiglia di forma triangolare, allungata, con due valve uguali. Produce il bisso, una sostanza proteica che si presenta in filamenti tramite il quale si ancora al substrato. Esternamente la superficie delle valve è solitamente incrostata e di colore bruno, mentre l’interno si presenta di colore rossastro e madreperlaceo. Si nutre per filtrazione delle particelle alimentari presenti in acqua; spesso ospita al suo interno piccoli crostacei come granchi e gamberi. È endemica del Mar Mediterraneo, nel SIC marino di Villasimius e abbondante; spesso situata in mezzo alle praterie di Posidonia oceanica, da pochi metri fino a 40 di profondità.
Si tratta di una specie minacciata dalla raccolta per il collezionismo e raccolta illegalmente per molto tempo., oltre che da tutte quelle minacce che interessano il suo habitat principale, cioè la prateria di posidonia: reti a strascico, inquinamento, ancoraggio e dalla presenza di un nuovo microrganismo parassita, il protozoo Haplosporidium pinnae. Dal 2016, tale parassita ha provocato in tutto il bacino occidentale una grave moria portando alla quasi totale scomparsa della specie. Il protozoo colonizza l’apparato digerente del mollusco, fino ad indebolire progressivamente la vittima e provocarne il decesso.
Nel 2019 lo stato di conservazione di Pinna nobilis nella lista rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) è stato aggiornato a “Critically Endangered” anche a causa della presenza di tale parassita. Nel 2020 in seguito all’attività di monitoraggio svoltasi per capire lo stato di salute di questo mollusco, si è purtroppo riscontrata una mortalità pari al 100%.

Paracentrotus lividus –Riccio di mare

Paracentrotus lividus è un riccio di mare comune lungo le nostre coste; il corpo si presenta tondeggiante, con simmetria pentaraggiata (5 sezioni disposte intorno ad un asse centrale), interamente rivestito di uno scheletro calcareo munito di grossi e lunghi aculei mobili. La colorazione varia dal viola al marrone al verdastro, con svariate sfumature. Per spostarsi sui substrati rocciosi usa aculei e pedicelli dotati di estremità a ventosa. Gli spostamenti avvengono preferibilmente di notte, poiché la luce del sole lo infastidisce. Si nutre di alghe ma anche di piccoli animali e spugne, ed è tra i pochi organismi in grado di cibarsi direttamente delle foglie di posidonia principalmente nelle ore notturne. Anche se vive nelle zone meno profonde e quindi più luminose ha bisogno di ombra e quindi si ricopre con pezzetti di posidonia, sassolini e conchiglie, che vengono trattenuti con i peduncoli a ventosa. Il riccio di mare ha sessi separati, e non è possibile distinguere il maschio dalla femmina dall’esterno. È molto comune in tutto il Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, dalla Scozia alle Canarie; spesso situato in mezzo alle praterie di Posidonia oceanica, da pochi metri fino a 40 m di profondità.
Si tratta di una specie minacciata dall’eccessiva raccolta per alimentazione (regolamentata) oltre che da tutte quelle minacce che interessano il suo habitat principale come l’inquinamento.

Dendropoma petraeum– Dendropoma

Il dendropoma è un mollusco gasteropode sessile che vive ancorato saldamente alle rocce. Si caratterizza per la conchiglia a forma di tubo sottile di 2-5 mm di diametro, color grigio fumo tendente al viola con l’interno nero perlaceo, che ogni individuo attorciglia irregolarmente attorno ad altri esemplari formando delle colonie anche di grandi dimensioni. Vive lungo la costa nella zona mesolitorale e per questo motivo possiede un opercolo corneo che chiude la conchiglia nei periodi di emersione, durante l’alternanza dei cicli di marea. Si nutre intrappolando, con l’ausilio di sostanze mucillaginose vischiose, piccoli organismi e detriti contenuti nell’acqua che filtra per mezzo di ciglia.
È anche lui endemico del Mediterraneo, distribuito soprattutto nella parte centrale e orientale. Nel SIC a mare di Villasimius è comune, abbondante presso Santa Caterina, l’Isola dei Cavoli, l’Isola di Serpentara e i Variglioni. Il dendropoma è presente nei litorali sulle rocce esposte alle onde e alle maree fino a 1,5 m di profondità. E responsabile della costruzione di particolari strutture di origine organica dette “trottoir a vermeti” (trottoir significa “marciapiede”), dette anche “piattaforme a vermeti”, E una specie molto sensibile alla presenza di acque inquinate e agli impatti meccanici di natura antropica, la sua presenza è considerata un indicatore della buona qualità delle acque marine costiere.

Paramuricea clavata – Gorgonia rossa & Eunicella cavolini – Gorgonia gialla

Le gorgonie sono invertebrati bentonici dalla struttura ramificata e piatta, ricoperta da tessuti molli. Sebbene la forma delle gorgonie possa far pensare ad una pianta, in realtà sono animali marini a tutti gli effetti. Le gorgonie sono anche denominate “ventagli di mare” proprio per la loro forma caratteristica e ben riconoscibile.
In AMPCC sono due i tipi di Gorgonia presenti: la Gorgonia gialla – Eunicella cavolini e la Gorgonia rossa – Paramuricea clavata.
La prima presenta una forma arborescente di colore giallo e più raramente arancione, presenta ramificazioni orientate su uno stesso piano e perpendicolari alla direzione delle correnti, flessibili e leggermente verrucose, spesso disposte a forma di ventaglio.
La gorgonia gialla può raggiungere l’altezza massima di 50 cm. Vive in zone con illuminazione non troppo intensa e presenza di correnti. Il nutrimento avviene con la cattura da parte dei polipi
di organismi planctonici sospinti dalle correnti.
Le gorgonie rosse presentano anch’esse dei rami flessibili, irregolari e posti a ventaglio su uno stesso piano perpendicolare alla corrente dominante. La colorazione varia dal rosso più o meno intenso al viola al giallo, possono raggiungere dimensioni di oltre 1 metro di altezza. Sono specie molto fragili con accrescimento lento, circa 3 cm ogni anno e sono considerate indicatori biologici dell’ecosistema marino.
Vivono preferibilmente in fondali rocciosi inclinati da 20 a oltre 100 m di profondità. L’inquinamento e l’innalzamento della temperatura del Mediterraneo possono essere la concausa della moria delle coloni, insieme all’attività subacquea o la mucillagine.
Nel SIC marino di Villasimius sono comuni, localmente abbondanti su pareti a strapiombo e su bioconcrezioni coralligene della secca di S. Caterina, dell’isola dei Cavoli e dell’Isola di Serpentara e sui variglioni.

RETTILI

Nell’AMPCC si possono avvistare tre specie di tartarughe marine, la più conosciuta la Caretta caretta, è l’unica regolarmente presente e frequente nel bacino occidentale anche per il fatto che si riproduce lungo le coste, comprese le nostre (diverse sono state le nidificazioni in Sardegna con un numero pari ad 11 nidi nell’anno 2021). Altre specie che si possono ritrovare, anche se con meno frequenza, sono la tartaruga verde (Chelonya midas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). Sono rettili adattati perfettamente a trascorrere la loro vita in acqua, possiedono polmoni e quindi emergono in superfice per respirare. Possiedono una forma idrodinamica idonea al nuoto che gli permette di compiere notevoli spostamenti e lunghe migrazioni, questo ne determina un’alimentazione differente in base ai diversi stadi vitali e nei diversi ambienti che attraversano, sono ghiotte di meduse, spugne, molluschi e crostacei.

Criticità:
>> >> I tuoi occhi vedono la differenza, quelli della tartaruga no!

Le principali minacce a cui sono sottoposte le tartarughe sono in prevalenza di origine antropica, la cattura accidentale negli attrezzi da pesca è considerato uno dei maggiori pericoli per la loro sopravvivenza!

Oltre questo l’inquinamento da plastiche in mare può danneggiare questi organismi in quanto entrano facilmente a far parte della loro alimentazione, la trasparenza e la morfologia di questi inquinanti viene scambiata per meduse, loro cibo abituale. Da non sottovalutare inoltre le problematiche legate all’ingestione di lenze, collisioni con le navi ed imbarcazioni. Le fonti luminose allo stesso modo disturbano sia gli esemplari adulti che raggiungono la spiaggia per deporre le uova ma possono anche disorientare i piccoli alla nascita durante la corsa verso il mare.
L’AMPCC collabora alla conservazione e protezione delle tartarughe e dei mammiferi marini all’interno della Rete Regionale per la Conservazione della Fauna Marina.

MAMMIFERI

I mammiferi marini sono mammiferi che, nel corso dell’evoluzione, si sono adattati all’ambiente acquatico sviluppando pinne e specifiche caratteristiche idrodinamiche che ne consentono la vita all’interno dei mari. Tra i mammiferi nell’Area Marina Protetta Capo Carbonara, oltre alla frequente presenza dei tursiopi, si avvistano balenottere, capodogli e stenelle, inoltre qualche anno fa è stato avvistato un esemplare della rarissima foca monaca (Monachus monachus). La loro presenza è un ulteriore conferma di acque incontaminate e di un habitat specifico che molte specie scelgono per la riproduzione, la crescita ed il nutrimento.

Tursiops truncatus – Tursiope 

Ha una corporatura possente (2.5 mt di lunghezza ed un peso compreso tra 275-350 kg). Ha una colorazione tipicamente sul grigio nel dorso e grigio chiaro sui fianchi ed una colorazione biancastra sul ventre. Ha una corporaura tozza e massiccia, una pinna dorsale alta e falcata (con una base ampia) ed un rostro corto e tozzo. Vive perlopiù in ambiente costiero, viene avvistato solitamente in aeree che non superano i 100.150 metri. È un animale socievole e curioso e spesso segue la rotta delle imbarcazioni con dei splendidi salti.
>> Curiosità: lo sai che la pinna dorsale dei delfini rappresenta la loro impronta digitale? Attraverso l’identificazione della pinna dorsale del singolo animale si possono ottenere informazioni sulle dimensioni della popolazione, distribuzione, struttura sociale, tasso di riproduzione e uso dell’habitat. La pinna infatti presentando una pigmentazione unica per ogni singolo animale, graffi, cicatrici è la chiave per poter identificare un esemplare rispetto ad un altro!

Stenella Courealba – Stenella  Presenta una corporatura più snella e siluriforme, possiede una lunghezza media di 2.5 mt ed un peso di 80-100 kg ed una colorazione particolare: grigio-bruno o blu scuro sul dorso e bianca sul ventre, possiede un tipico disegno a fiamma che si trova sui fianchi. Nel Mar Mediterraneo vive prevalentemente in mare aperto (specie pelagica) e spesso si incontra in gruppi di molti individui. Possiedono inoltre delle straordinarie abilità acrobatiche. Le stenelle sono giocherellone e vivaci, fanno dei salti e schizzi visibili: spesso si avvicinano alle imbarcazioni per giocare in prua o sulle onde di scia. È un animale pelagico, avvistato solitamente in zone

Balaenoptera physalus – Balenottera comune

La balenottera comune, il cetaceo più grande ed unico misticete presente nel Mar Mediterraneo, rientra all’interno della lista rossa della IUCN come specie “vulnerabile”. Le maggiori minacce per questo animale sono le collisioni con le grandi navi, l’inquinamento chimico, acustico e da rifiuti marini, che potrebbero accidentalmente ingerire mentre si alimentano.
La balenottera preferisce vivere in mare aperto e in acque temperate o fredde ma, per nutrirsi, può anche spingersi vicino alle coste. Può raggiungere 24 metri di lunghezza e 50 tonnellate di peso. Il suo profilo è affusolato ed idrodinamico. Il dorso del capo è diviso in due parti da una cresta che arriva fino allo sfiatatoio costituito da due aperture. Il soffio della balenottera è dritto e può raggiungere anche i 6 m di altezza. È priva di denti ma dotata di fanoni, attraverso i quali riesce a filtrare ed espellere una grande quantità d’acqua, dopo aver inghiottito banchi di piccoli pesci o abbondante plancton. Le emissioni vocali della balenottera comune sono caratterizzate da ronzii, strilli acuti e da lamenti profondissimi e lunghi, percepiti anche a notevoli distanze.
I suoni più acuti sono utilizzati per comunicare tra esemplari vicini mentre quelli simili a brontolii sono emessi in situazioni di pericolo. Infine, i suoni emessi involontariamente durante l’alimentazione della balenottera sono legati agli spostamenti veloci che essa compie per catturare le prede.

Physeter macrocephalus – Capodoglio

Il capodoglio è il più grande tra gli Odontoceti, di colore uniforme tendente al grigio scuro, corpo tozzo e pelle rugosa presenta un capo pronunciato dovuto alla presenza dello spermaceti (una sostanza cerosa importante per l’animale  per l’ ecolocalizzazione, protezione e controllo del galleggiamento). È capace di effettuare immersioni molto lunghe della durata anche di 120 minuti ad una profondità anche di 2000 mt. In superfice emette un caratteristico soffio inclinato in avanti e solleva la coda in posizione verticale per immergersi. Può raggiungere estensioni comprese tra i 12 e i 18 metri. Ha un capo grande, con dimensioni pari ad un te3rzo del suo corpo, squadrato ed appiattito. Lo sfiatatoio all’estremità anteriore del capo è spostato verso sinistra ed il soffio è inclinato in avanti a 45°. Una pinna dorsale poco pronunciata (pariu ad un triangolo smussato), inoltre quando si immerge mostra la coda

SPECIE ALIENE

Nel Mar Mediterraneo ci sono nuovi organismi vegetali ed animali, con gli anni varie specie sono arrivate ed altre stanno arrivando, accidentalmente o intenzionalmente, da luoghi molti distanti dal loro habitat originario. Queste specie vengo definite aliene e talvolta si adattano benissimo al nuovo ambiente stabilizzandosi e riproducendosi nella nuova area, altre volte si estinguono rapidamente. In alcuni casi i nuovi arrivati si adattano talmente bene che mostrano una crescita veloce e spesso invasiva a tal punto da rappresentare una minaccia per la biodiversità del nostro mare, causando così un danno agli ecosistemi.
Le specie aliene possono determinare diversi impatti sulle condizioni locali naturali tra cui: competizione con organismi autoctoni (nativi del luogo), cambiamenti strutturali degli ecosistemi, talvolta tossicità diretta, infatti molte volte gli organismi tropicali sono velenosi ed infine possono costituire un ricettacolo di parassiti o addirittura un veicolo di patogeni per i quali gli organismi locali non sono preparati.
Il mar Mediterraneo ha due grandi vie d’ingresso per le specie aliene: dal Mar Rosso tramite il Canale di Suez e dall’Atlantico tramite lo stretto di Gibilterra. Il fenomeno di questi spostamenti migratori è da associare ai cosiddetti ‘’cambiamenti globali’’ da attribuire alle anomalie climatiche e al surriscaldamento delle acque, fenomeno conosciuto come ‘’tropicalizzazione’’.

Anche l’AMPCC ospita alcune specie aliene tra cui:
Granchio corridore (Percnon gibbesi)
Scorfanotto di Madeira (Scorpaena maderensis)
Alga invasiva (Caulerpa cylindracea)
Alga rossa (Asparagopsis taxiformis)
Pesce balestra (Balistes capriscus)
Pesce pappagallo (Sparisoma cretense)
Pesce trombetta (Macroramphosus scolopax)
Pesce flauto (Fistularia commersonii)
Alga killer (Caulerpa taxifolia)

Se avvisti una di queste specie: Fotografa l’esemplare, prendi nota del luogo di avvistamento, invia una mail a info@ampcapocarbonara.it.

Così riusciremo a controllare la loro diffusione grazie alla partecipazione e collaborazione di tutti e all’attuazione di comportamenti corretti e3 rispettosi dell’ambiente.

Per quel che riguarda la fauna terrestre è degno di nota il popolamento avifaunistico legato soprattutto alla stazione dello stagno di Notteri, frequentato da specie di interesse comunitario come il Fenicottero, la Garzetta, il Gabbiano corso, la Sterna comune e il Fraticello.
Si segnala anche la presenza del falco Pellegrino, il Marangone dal ciuffo, la Magnanina sarda, il Calandro, la Calandrella, l’Averla piccola e le Berte dell’Isola dei Cavoli.

Documenti del XIII secolo, riferiscono della nidificazione di falconi nel territorio di Villasimius, la cui abilità venatoria veniva sfruttata per la caccia reale. Si suppone si trattasse del Falco della regina.
Le isole, gli isolotti, le coste rocciose, i sentieri costieri, le spiagge e le zone umide di Villasimius sono ambienti molto importanti per la biodiversità animale che ospitano: sono infatti l’habitat ideale non solo di molte specie di uccelli ma anche rettili ed anfibi. Le coste rocciose, ripide e verticali, sono il luogo ideale per la riproduzione di molti uccelli, soprattutto per la difficoltà di accedervi in quanto garantiscono al nido una buona protezione dalle varie specie di predatori, fra cui l’uomo stesso.
Tra le specie di uccelli che nidificano nel territorio di Villasimius ricordiamo la berta maggiore (Calonectris diomedea), uccello marino che non frequenta mai la terraferma e che dorme in mare avvicinandosi alle coste solo nel periodo riproduttivo.
Un’altra specie nidificante è il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), specie stabile che vive nelle coste rocciose.
Molto simile al cormorano, si distingue da questo per la sagoma più snella, le dimensioni inferiori e la presenza del ciuffo. Si ciba di pesci, crostacei ed altri invertebrati marini, sia in prossimità della costa che al largo, ricercando il cibo a profondità variabili fino anche a 80 m.

Sono presenti inoltre due specie di gabbiano: il gabbiano reale (Larus michahellis), che nidifica a Villasimius e il gabbiano corso (Larus audouinii) di cui sono stati accertati diversi tentativi di nidificazione falliti per diverse cause.
Il gabbiano corso si distingue dal gabbiano reale per il corpo più snello ed elegante, il becco di color rosso con la punta barrata di nero e giallo e le zampe grigio-verdastre. La specie è endemica del Mediterraneo e ad alto rischio di estinzione. Nella spiaggia di Porto Giunco lungo le rive dello Stagno di Notteri, nidifica il fratino (Charadrius alexandrinus alexandrinus). Una curiosità su questo piccolo uccello è che spesso si accovaccia a terra fingendosi ferito o simulando la morte, e per proteggere i pulcini nel nido, inizia a volare emettendo un canto particolare, attirando così l’intruso lontano dal nido. Oltre ai predatori naturali come il gabbiano e le cornacchie, che possono predarne le uova, le minacce maggiori sono date dal disturbo dato dalle attività umane lungo i litorali e in alcune zone umide costiere: la presenza dell’uomo o di cani, gli interventi di rimozione dei detriti dagli arenili durante il periodo della riproduzione e nidificazione, purtroppo ne stanno compromettendo la sopravvivenza. Tra gli anfibi, soprattutto in prossimità delle zone umide di Su Stangioni e Notteri, è possibile incontrare il rospo smeraldino italiano (Bufo balearicus) e la raganella tirrenica (Hyla sarda), specie endemica dell’area del Tirreno, molto rara a livello nazionale ed europeo. Tra le specie di rettili presenti nella costa, nelle isole di Serpentara, dei Cavoli e negli altri isolotti, si evidenzia la lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta), endemismo sardo corso, diffusa in tutto il territorio di Villasimius e in particolare nelle Isole dei Cavoli e di Serpentara. Tra i rettili dell’ordine dei Cheloni ricordiamo la testuggine palustre europea (Emys orbicularis) presente nel Rio Foxi e la testuggine di Hermann (Testudo hermanni hermanni), che nidifica nelle località di Su Stangioni e di Molentis. Tra i Mammiferi, a parte diverse specie di roditori, troviamo la Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus), la Volpe (Vulpes vulpes ichnusae), la Donnola (Mustela Nivalis Boccamela). La fauna dell’ambiente marino è ricca e varia tanto quanto lo sono gli ambienti marini, che possiamo distinguere in fondali (dominio bentonico) e massa d’acqua sovrastante (dominio pelagico).

Flora Marina

La flora marina dell’AMP, è rappresentata da una grande varietà di specie di alghe e dalle vaste praterie della pianta marina, Posidonia oceanica.

Tra le specie algali presenti nell’area marina protetta, possiamo evidenziare la presenza del genere Cystoseira come comunità dominante della frangia meso- e infralitorale.

Alga bruna ben strutturata dell’ordine delle Fucales riveste un ruolo importante nel sistema ecologico marino-costiero mediterraneo, tanto da essersi guadagnata l’appellativo di “ecosystem engineer”, cioè costruttore di ecosistemi. Rappresenta un habitat ideale per diverse specie aumentando la biodiversità marina negli ambienti rocciosi costieri. Crea fitte foreste sommerse in miniatura che si possono estendere anche per centinaia di metri lungo le coste mediterranee. L’ecosistema complesso che si forma è in grado di dare ospitalità e rifugio a numerosi altri organismi, tra cui molte specie ittiche commercialmente importanti, oltre a produrre ossigeno, sequestrando CO2 dall’ambiente, e a fornire protezione alla costa dall’idrodinamismo. Sfortunatamente questo tipo di habitat, così prezioso sotto molti aspetti, è in forte regressione a causa dell’intenso impatto antropico a cui è sottoposto. I principali fattori che stanno mettendo a rischio le foreste sommerse di Cystoseira sono l’urbanizzazione, l’inquinamento, la sedimentazione, l’introduzione accidentale di specie non native del mar Mediterraneo e i cambiamenti climatici. Queste alghe per svilupparsi al meglio hanno quindi bisogno di acque limpide e pulite con un elevato grado di idrodinamismo. L’alta sensibilità alle attività antropiche le rende ottimi indicatori della qualità delle acque. Il genere Cystoseira è infatti protetto dalla Convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino.

La Posidonia oceanica non è un’alga, ma una pianta superiore che si è adattata a vivere sui fondali marini circa 120 milioni di anni fa. È dotata di radici, fusto, detto rizoma, e lunghe foglie a forma di nastro. I fiori sono gli organi per la riproduzione sessuale dai quali si sviluppano i frutti, le “olive di mare”: quando il frutto marcisce libera il seme che, in presenza di condizioni ottimali, darà origine ad una nuova piantina. Endemica del Mar Mediterraneo, la posidonia forma delle praterie sommerse, uno degli habitat più importanti del Mare Nostrum (Habitat prioritario 1120*: Praterie di Posidonia oceanica, Direttiva 92/43/CEE “Habitat”).

La posidonia può colonizzare sia il substrato sabbioso che quello roccioso; quando si insedia sulla sabbia è in grado di costruire la cosiddetta matte, struttura composta da un fitto intreccio, in prevalenza di vecchie radici e rizomi, capaci di trattenere il sedimento sabbioso e ostacolare l’erosione costiera, innalzando il fondo anche di diversi metri. E’ proprio all’interno della “matte” che viene immagazzinato circa il 50% del carbonio sepolto nei sedimenti marini di tutto il mondo. La loro capacità di rimuovere anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera fa sì che siano considerati come ottimi depositi di carbonio, e quindi rappresentano una valida strategia per il contrasto dei cambiamenti climatici.

Essendo una pianta caducifoglia, le piante perde le foglie vecchie che, staccandosi, vengono trasportate dal mare fin sulla spiaggia dove formano cumuli, a volte di notevoli dimensioni, chiamati banquettes. La posidonia così accumulata protegge il litorale: la rimozione di questi cascami, percepiti spesso con fastidio da turisti e fruitori, può causare la perdita parziale o addirittura totale delle spiagge, sia attraverso la regressione della battigia, alla quale verrebbe a mancare una sorta di protezione dalle forti mareggiate invernali, sia tramite la rimozione diretta di sedimento, in quanto le banquettes sono costituite per un 50% da sabbia. I cumuli di posidonia spiaggiata rappresentano quindi una risorsa strategica e per questo non andrebbero eliminati o danneggiati.

All’interno dei confini dell’Area Marina Protetta Capo Carbonara (AMPCC), sono presenti varie isole e isolotti. Le più grandi e conosciute sono le Isole dei Cavoli e di Serpentara: la prima, la più estesa (circa 42,6 ettari), si trova a sud sul prolungamento del promontorio di Capo Carbonara da cui dista all’incirca 700 metri, la seconda (di circa 30 ettari) è situata ad est all’estremità settentrionale dell’area marina. L’isola dei Cavoli è il cuore dell’AMPCC ed è dominata dalla presenza del faro costruito nel 1858 su un’antica torre di difesa aragonese, a circa 40 metri sul livello del mare. Il faro è costituito da una base a forma di parallelepipedo strutturata su due piani, utilizzati un tempo dagli addetti all’accensione giornaliera, e da una torre a strisce bianche e nere alta 37 metri circa. Molti guardiani si sono succeduti nel tempo vivendo delle provviste che arrivavano da terra ma anche di pesca e di pane fatto in casa. Oggi il faro, ancora funzionate e automatizzato, durante la stagione estiva è aperto al pubblico: le visite guidate organizzate dal CEAS, Centro di educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità, prevedono un percorso divulgativo che, mediante immagini e foto, porta alla scoperta delle piante e degli animali che vivono il territorio insulare di Villasimius. L’origine del nome “Cavoli” ha due versioni correnti: secondo la più antica, deriverebbe da càvuru, in riferimento alla presunta presenza nell’isola di numerosi granchi, mentre la più moderna è che derivi dall’abbondante presenza sull’isola di numerose piante di cavolo selvatico (Brassica insularis), che vi crescono in forma endemica. A sud si trovano diversi scogli emergenti, chiamati Variglioni, di importante valore naturalistico (parte dei quali ricadenti all’interno della zona A, a riserva integrale). Tra questi è collocata una grande scultura raffigurante la Madonna del Naufrago (zona B, a riserva generale), alta più di 3 metri e dal peso di oltre 5 tonnellate. La statua è opera dell’artista sardo Pinuccio Sciola e rappresenta l’amore materno nel gesto di sottrarre il bambino alle profondità del mare.

L’isola è raggiungibile mediante imbarcazioni private o escursioni organizzate dal porto di Villasimius. Le sue coste frastagliate ospitano piccole insenature attorniate da massi granitici con fondale di sabbia bianca: la lunga e stretta cala di Ponente, accessibile a piccole barche, cala del Morto a sud, cala del Ceppo e cala Is Scascias, la più grande e protetta.

L’isola di Serpentara, dall’aspetto brullo ed impervio, deve il suo nome alla forma allungata e sinuosa con scogli granitici o alla presenza della pianta endemica conosciuta come erba serpentaria (Helicodiceros muscivorus) che prima della fioritura ha una calla lunga e maculata, simile ad un serpente. L’isola è disabitata e non accessibile. Nella parte settentrionale spiccano i Variglioni. Sul punto più alto (circa 50 metri) si erge la torre di san Luigi, costruita durante la dominazione spagnola per avvistare navi nemiche che si avvicinavano alle coste.

Le isole sono dei veri gioielli floro-faunistici, in quanto ospitano numerose specie vegetali ed animali, tra cui alcune rare ed endemiche. Entrambe rappresentano un luogo adatto per la nidificazione di varie specie di uccelli come il marangone dal ciuffo, il gabbiano reale, il gabbiano corso, la berta minore e maggiore.

L’ambiente marino ha acque limpide di un azzurro intenso con fondali rocciosi che formano avvallamenti, spaccature e grotte sottomarine. Molte sono le specie, come corvine, dentici, cernie, orate, ricciole, saraghi e barracuda, che si possono ammirare.

La Direttiva del Consiglio del 21 maggio 1992 Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, detta Direttiva Habitat, e la Direttiva Uccelli costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda Natura 2000.

Tale direttiva è nata con lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna che li abitano.

Il termine habitat deriva dalla lingua latina è significa letteralmente “egli abita”. In ecologia quindi per habitat si intende, in maniera semplificata, il luogo in cui gli individui di una o più specie si trattengono abitualmente e che possiede le caratteristiche fisiche ed ambientali più idonee alla sopravvivenza, allo sviluppo e alla riproduzione. L’habitat è una unità ecologica in grado di sostenersi e autoregolarsi, adattandosi ai cambiamenti dell’ambiente. La loro conservazione è essenziale per evitare la perdita di biodiversità a tutti i livelli.

La Direttiva ha classificato come prioritari gli habitat che rischiano di scomparire e per la cui conservazione la comunità ha una responsabilità particolare. Di seguito gli habitat prioritari presenti all’interno dell’Area Marina Protetta Capo Carbonara:

Habitat 1120: Praterie di Posidonia oceanica

È l’habitat più importante e rappresentativo dell’ambiente marino costiero Mediterraneo, protagonista delle dune sommerse. Le praterie di Posidonia oceanica (posidonieto) si estendono dalla superficie del mare fino a circa 40 metri di profondità sia su fondi sabbiosi che su fondi rocciosi. La posidonia è una pianta endemica del nostro mare, non è presente al di fuori dei confini del Mar Mediterraneo. È importante perché forma delle vere e proprie foreste sottomarine che offrono riparo a molti organismi e creano molti microhabitat che permettono lo svilupparsi di differenti comunità. Ospita un’elevata biodiversità sia vegetale che animale, 400 specie vegetali e circa 1000 specie animali. Organismi animali e vegetali utilizzano le foglie e i fusti della pianta come base, molti invertebrati si spostano lungo le foglie e un gran numero di pesci frequenta le praterie in cerca di cibo o di rifugio, specialmente nelle fasi giovanili; sono comunemente presenti ricci, stelle, crostacei. L’habitat è di grandissima importanza ambientale, infatti, un metro quadrato di prateria è in grado di produrre ogni giorno da 10 a 15 litri di ossigeno, ed è considerato un “indicatore di acque pulite”. Un’altra importante funzione è quella di protezione del litorale, cui garantisce la stabilità, riparandola dalle correnti e dalle onde. È stato calcolato che la regressione di un solo metro di prateria, possa portare alla perdita di circa 15-18 metri di litorale sabbioso. La scomparsa delle praterie può determinare: perdita di biodiversità, modificazione della rete alimentare, riduzione della produttività con conseguente danno alla pesca stessa, aumento dell’erosione costiera e conseguente riduzione della qualità ambientale. L’attività di pesca con reti a strascico è tra le principali cause di minaccia, lo strascico strappa le piante mettendo a nudo il substrato, difficilmente poi ricolonizzabile dalla pianta stessa.

Habitat 1150: Lagune costiere

L’habitat lagune costiere è un ambiente acquatico costiero con acque salate o salmastre, poco profonde, caratterizzate da notevoli variazioni stagionali in salinità (in relazione agli apporti idrici, piovosità e evapotraspirazione) e in profondità. Questi ambienti possono essere in contatto diretto o indiretto con il mare, dal quale sono in genere separati da cordoni di sabbie o ciottoli e meno frequentemente da coste basse rocciose. Tale collocazione gli conferisce caratteristiche ecologiche peculiari ed una eterogeneità, rappresentata dalla variabilità spazio-temporale dei parametri quali salinità, temperatura, concentrazione di nutrienti, delle condizioni idrodinamiche e delle caratteristiche morfologiche. L’habitat risulta di fondamentale importanza per la presenza di varie specie di flora e fauna di interesse conservazionistico. Le minacce principali sono per lo più legate alla fruizione ed in particolare sono individuabili nell’inquinamento delle acque, nell’alterazione del normale scambio idrico con il mare e nel deposito di sedimenti.

Habitat 2250: Dune costiere con Juniperus spp

Le dune costiere ospitano habitat che sono in equilibrio molto fragile e che rischiano di scomparire a causa della pressione delle attività umane, pressione che aumenta nei mesi estivi quando molte persone frequentano le spiagge e il mare. L’habitat delle dune costiere con i ginepri rappresenta la fascia più sensibile e fragile delle dune della spiaggia e svolge un ruolo importante nello stabilizzare le dune fisse grazie al sistema radicale molto resistente e sviluppato. È costituito da comunità di ginepri, principalmente ginepro coccolone (Juniperus macrocarpa) e ginepro fenicio (Juniperus phoenicea ssp. turbinata), accompagnati anche da altri arbusti come lentisco (Pistacia lentiscus) e fillirea (Phillyrea angustifolia). È un habitat rarissimo e presente solo in Italia, Portogallo, Spagna, Francia e Grecia. Il ginepro coccolone è il protagonista assoluto della duna fissa e ne caratterizza anche il paesaggio: è impossibile non notare il suo fusto contorto, spesso piegato dalla forza del vento. Ha foglie aghiformi e pungenti, e i suoi grossi frutti (galbuli: pseudofrutti) chiamati coccole, di colore rosso scuro-marrone a maturità, vengono utilizzati per preparare liquori e per aromatizzare arrosti e piatti di cacciagione. Il suo legno compatto, pregiato, scuro e profumato, durissimo, ma di facile lavorazione, veniva infatti impiegato per la fabbricazione di mobili, arnesi, imbarcazioni, etc. Il ginepro fenicio si differenzia dal coccolone per la forma delle foglie, squamiformi non pungenti. I galbuli sono di colore rosso mattone quando sono maturi. Il nome fenicio deriva dal colore porpora che le bacche raggiungono a maturazione. Il popolo dei fenici era chiamato così dai greci proprio con riferimento al colore rosso porpora, che ottenevano da un mollusco, la porpora per l’appunto, di cui i fenici erano i principali produttori ed esportatori nel Mediterraneo. In antichità veniva chiamato “cipresso dei maghi” a causa del grande impiego che ne facevano gli stregoni: è una pianta tossica, dai cui frutti e rami si può estrarre un’essenza molto irritante che può causare gravi avvelenamenti e addirittura la morte.

Habitat 1170: Scogliere Habitat a coralligeno

Nonostante non faccia parte degli habitat prioritari, l’habitat a coralligeno è considerato come uno degli ambienti marini più importanti del Mar Mediterraneo in termini di biodiversità, composizione e funzioni delle comunità e pregio estetico, e per questo motivo inserito all’interno di direttive nazionali ed internazionali che mirano alla conservazione e alla tutela. La struttura è prodotta dall’accumulo di alghe incrostanti che crescono in condizioni di scarsa luminosità e alle quali vivono associate numerose altre specie. Gli assemblaggi coralligeni macroalgali sono caratterizzati da una struttura ben definita e stratificata: le corallinacee incrostanti coprono completamente il fondo roccioso, creando un substrato secondario adatto allo sviluppo di specie erbacee ed erette. Il coralligeno è considerato un crocevia ecologico che, grazie all’estrema eterogeneità strutturale dell’habitat, riunisce un numero importante di compartimenti ecologici. La combinazione di alghe consolidate e compattate dagli invertebrati costruttori crea microambienti che favoriscono l’insediamento di varia flora e fauna. Tra gli organismi che lo compongono, le alghe delle famiglie Corallinaceae (alghe incrostanti costituenti lo strato basale), Peyssonneliaceae e Cystoseiraceae, invertebrati marini, come spugne, cnidari (soprattutto gorgonie), briozoi, policheti, ascidie e crostacei, oltre alla componente vagile caratterizzata per lo più da cefalopodi e pesci. A causa della sua variabilità il coralligeno è un ecosistema fragile, creato da un perfetto equilibrio dinamico tra organismi biocostruttori e biodemolitori e qualsiasi variazione può essere fatale per organismi non adatti al cambiamento. Habitat quindi particolarmente sensibile alle alterazioni ambientali è sottoposto a differenti minacce tra cui il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione delle acque, le specie aliene invasive e la distruzione meccanica .

TERRITORIO

dell’Area Marina Protetta CAPO CARBONARA

La permanenza, breve o lunga che sia, nel nostro territorio, è il modo migliore per gustarne pienamente tutti gli aspetti. A contatto con la Sardegna, senza dubbio, con le sue tradizioni, i suoi cibi, le sue sagre, ma non solo. Vi troverete, infatti, immersi in un ambiente unico nel suo genere, un vero tesoro nel Mediterraneo, facilmente raggiungibile, tra altro, da tutti gli aeroporti nazionali e internazionali.

Sagre Religiose
A Villasimius si festeggiano le sagre religiose della Madonna del Naufrago, Santa Maria e del patrono San Raffaele Arcangelo. Accompagnate da spettacoli folkloristici con balli in costumi sardi tradizionali, musiche e componimenti poetici. Rappresentano un’occasione, al di là del sentimento religioso, per scoprire affascinanti dettagli sulla cultura locale. La festa di Santa Maria si svolge nella prima settimana di Settembre. Per questa sagra si riuniscono gruppi folk provenienti da altri paesi della Sardegna, maschere, suonatori di launeddas, cantadores. Si potranno ammirare in processione i carri addobbati trainati dai buoi (le cosiddette traccas) e accanto ai cavalieri sfileranno le donne e i bambini in costume tradizionale, segno di un profondo legame tra la religione e i mestieri di un tempo. La festa di San Raffaele, patrono di Villasimius, che cade il 24 Ottobre è infine l’occasione per chiudere la lunga estate dell’isola con canti, balli e spettacoli pirotecnici.

L’Area Marina Protetta Capo Carbonara, ubicata nell’estremità sud – est della Sardegna è suddivisa in due ampie baie, una si estende ad est rispetto al promontorio granitico di Capo Carbonara e l’Isola dei Cavoli (versante orientale) e l’altra si estende a ovest (versante occidentale). In questo tratto di costa si riconoscono ambienti di rupi costiere, di coste sabbiose, di zone umide e di ambienti rimboschiti. La diversità della linea di costa è determinata essenzialmente dal moto ondoso che incessantemente ed insieme al vento esercita l’azione erosiva, levigatrice. Il vento, una nota caratteristica della zona che insieme al mare ed ai corsi d’acqua a carattere stagionale trasportano i sedimenti alimentando di preziose “sabbie” i litorali.

Un’alternanza di piccole e grandi spiagge incastonate tra i promontori rocciosi che sono la prosecuzione verso il mare delle creste rocciose appartenenti al massiccio granitico Serpeddì – Sette Fratelli (Regione storico-geografica del Sarrabus). E’ all’incessante e ciclico processo di demolizione dei substrati rocciosi, alimentato dal vento e dall’energia delle masse d’acqua (le onde), che si deve collegare la presenza delle candide spiagge. Un ciclo incessante e complesso fondato su due forze contrapposte: la “demolizione e la ricostruzione”, nel quale la Posidonia oceanica che spiaggia forma cumuli chiamati “banquettes”. Tale ciclo svolge la fondamentale funzione di attenuare e regolare la distribuzione della sabbia tra la spiaggia emersa e quella sommersa, trattenendola per poi rilasciarla naturalmente. E’ a tale funzione di ammortizzatore o dissipatore dell’energia del mare, svolta dalla Posidonia, che si deve la presenza delle spiagge che sono il principale valore economico di Villasimius ma anche il simbolo dell’eccellenza naturalistica dell’Area Marina Protetta.

Le spiagge di Villasimius generano sensazioni di grande fascino estetico e dal punto di vista naturalistico, sono il risultato di primordiali equilibri dinamici tra i sedimenti di origine terrestre e quelli di origine marina in stretta relazione con l’andamento del clima mediterraneo in generale e del clima locale in particolare.

Osservando le diverse spiagge, si coglie la straordinaria diversità del quadro paesaggistico che da molti punti di vista e prospettive, l’immaginario collettivo descrive come bello, suggestivo, spettacolare, fantastico. La loro originalità è figlia di antichissimi, complessi e unici fenomeni naturali (climatici, geologici e biologici) e di meno antichi fenomeni antropici (le cave, le torri, ecc.). Si tratta di episodi irripetibili, unici e dal carattere mediterraneo i cui tratti debbono essere salvaguardati perché sono patrimonio di tutti, oggi e per tanto tempo ancora.

Porto Sa Ruxi
La spiaggia, è immersa in uno scenario tipico mediterraneo, incastonata tra scogliere e caratterizzata da bianche dune sabbiose fissate da ginepri secolari (Juniperus spp.). Questo ambiente “Dune costiere a Juniperus spp.” che è di interesse prioritario ai sensi di disposizioni, quale la Direttiva Habitat 92/43/CEE, ha un elevato valore ambientale in quanto identitario della macchia mediterranea non degradata e per il quale sono in atto azioni di conservazione.

Campus
Spiaggia localizzata nel versante occidentale dell’Area Marina Protetta, sovrastata dal sito fenicio di Cuccureddus ove sfocia il Rio Foxi con un’ampia foce, che ci ricorda come anche i fenici scelsero di stabilirsi per i loro commerci in questa zona.

Campulongu
La spiaggia è caratterizzata da un lungo arco di sabbia chiara e fine lunga 1km, intervallata da incantevoli scogliere granitiche a sud e piccole calette di ciottoli a nord, situata a ovest del promontorio di Capo Carbonara. Alle spalle della spiaggia, sono presenti dune intervallate dalla macchia mediterranea, e ancora più all’interno una amplia pineta.

Fortezza Vecchia
Nelle vicinanze del porticciolo di Villasimius, si trova questo piccolo arenile che prende nome dalla fortezza spagnola del 1572 che sovrasta la spiaggia chiamata anche Torre Vecchia, fortificazione che si affaccia sul mare, segno di un sistema di sorveglianza che insieme alla torre di Porto Giunco e quella di Capo Boi caratterizzava questo tratto di costa al fine di difendere il territorio dalle incursioni dei pirati. La spiaggia è a forma una mezzaluna incastonata tra i graniti tipici di Villasimius modellati dal mare e dal vento. Il mare quasi sempre calmo in quanto ben protetto dal promontorio che ospita la fortezza e il fondale della baia che alterna le praterie di Posidonia oceanica, arenile e fondale roccioso, fanno di questa spiaggia un posto idillico per praticare snorkeling e ammirare la vita marina.
Questa spiaggia è stata definita “spiaggia ecologica” in quanto viene prediletta la tutela dell’ambiente scegliendo di non rimuovere le foglie di Posidonia oceanica, che naturalmente cadono dalla pianta e che arrivano sulla spiaggia in seguito a mareggiate, ma consentendo al mare e al vento di gestirne naturalmente i ritmi, senza alcun intervento da parte dell’uomo. Inoltre durante il periodo estivo viene portata avanti sulla spiaggia una campagna di sensibilizzazione sul valore delle banquettes e praterie di Posidonia rivolte a tutti gli utenti della spiaggia e al mondo della scuola.

Cava Usai
Ubicata nel versante est di Capo Carbonara è caratterizzata dalla presenza dell’imponente ex cava di granito dismessa (Sa Cava Manna). Il granito di questa cava veniva utilizzato per realizzare edifici ed opere ma veniva anche esportato. Sono presenti sabbie (date dall’erosione del granito), pietre ormai levigate dalle onde e dal vento, insieme ad affioramenti rocciosi.

Porto Giunco
Il sentiero per raggiungere la spiaggia costeggia lo stagno di Notteri, alle spalle della spiaggia, scelto come habitat da fenicotteri rosa e altri uccelli migratori.
Una lingua sabbiosa separa i due specchi d’acqua, il mare e lo stagno di Notteri, dando anche il sopranome di “dei due mari” a questa spiaggia. Essa rappresenta un ottimo esempio di ecosistema di transizione perché questa lingua di sabbia divide lo stagno dal mare. Porto Giunco è bordata da dune coperte di ginepri, lentischi e macchia mediterranea. Dal parcheggio esiste un sendiero per salire sul promontorio a sud ovest, in cima al quale si erge l’imponente torre di Porto Giunco, alta nove metri, ‘memoria’ seicentesca eretta dagli spagnoli di attacchi pirateschi dal mare. Da lassù godrai di un ‘quadro’ abbagliante.

Simius
Questa spiaggia è la prosecuzione dell’immensa Porto Giunco. Lunga 1km, è la spiaggia principale che da il nome a Villasimius, accedendo direttamente dal centro del paese lungo via del mare. Sabbie candide ed acque cristalline ne fanno una delle spiagge più rinomate e frequentate.

Punta is Molentis Alla foce del Rio Trottu, è caratterizzata dalla presenza di una cava di granito dismessa. il nome della spiaggia deriva da “su molentu” e cioè “l’asino” che era il mezzo con il quale si trasportava il materiale estratto dalla vicina cava di granito. La particolare forma a mezza luna o ad arco della spiaggia, pare congiungere due lembi di terra, che rendono la spiaggia puttosto ripatata dai venti.Da un lato è racchiusa da un baso promontorio che dirada in una scogliera, dall’altro è invece, un ammasso di rocce caviche insieme alla folta macchia mediterranea.
Spiaggia piccola e molto particolare, dal 2019 è stato istituito il numero chiuso all’accesso nel periodo di alta stagione. Questa misura restrittiva è stata messa in atto per salvaguardare l’ecosistema della zona da un eccessivo afflusso turistico.

Dove Mangiare


Gelateria Il Prato Verde

Tipologia:Bar
Telefono:
Scheda

Bar Acquarius

Tipologia:Pizzerie
Telefono: 349/5499475
Scheda

Carbonara

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Cocina Mexicana El Peyote

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Il Giardino

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Il Ginepro

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Le Anfore

Tipologia:Ristoranti
Telefono: 070/7928029
Scheda

Le Terrazze

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Pizzeria Bar La Sorgente

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Pizzeria Santa Maria

Tipologia:Ristoranti
Telefono:
Scheda

Il Chiosco di Notteri

Tipologia:Stabilimento balneare
Telefono: 330.594208
Scheda

La Vela – ristorante

Tipologia:ristorante
Telefono: 392.8780232
Scheda

Mamma Grill

Tipologia:ristorante
Telefono:
Scheda

Porto Giunco

Tipologia:Stabilimento balneare
Telefono: 335.5386755
Scheda

Il Mago del Gelo

Tipologia:Gelateria
Telefono:
Scheda

Fiore di Maggio

Tipologia:Escursioni in mare
Telefono: +39 345 603 2042
Scheda

Quattro Elementi

Tipologia:Cantina
Telefono:
Scheda

Explorers Team Dive Center

Telefono:3475810969 – 070890685
Email:info@explorers-team.com
Sito web:
http://www.explorers-team.com

Subaquadive service di Alberto Cicotto

Telefono:070/797098 – 347/3193902
Email:info@subaquadive.it
Sito web:
http://www.subaquadive.it

Acquaman Diving Center

Telefono:3281054215
Email:acquaman.villasimius@tiscali.it
Sito web:

Air Sub Service

Telefono:070/792033 – 3451094547
Email:info@airsubdiving.com
Sito web:
https://www.airsubdiving.com

All Dive sas

Telefono:348 770 8561
Email:info@alldive.it
Sito web:
www.reidiving.com

OceanBlue Diving

Telefono:3200517672
Email:sardinia@oceanblue-diving.com
Sito web:
http:// www.oceanblue-diving.com

Pro Dive Scuba Service

Telefono:3465031425
Email:info@prodive.it
Sito web:
http://www.prodive.it

Archeo Diving

Telefono:3463016432
Email:info@archeodiving.com
Sito web:
https://www.archeodiving.com

Sub Center

Telefono:3386741474 – 0707935464
Email:info@subcentertanka.com
Sito web:
https://www.subcentertanka.com

CENTRO IMMERSIONI SARDEGNA SRL

Telefono:070 991399 – 338 9797979
Email:sardiniadiving@hotmail.com
Sito web:
https://www.sardiniadiving.com

Spazio Mare

Telefono:3283794529 – 3452244211
Email:spmare@libero.it
Sito web:
www.spazio-mare.com

Progetto sub

Telefono:3392180621 -0707870000
Email:progettosubsardegna@gmail.com
Sito web:
www.progettosub.it

Bolla Blu

Telefono:3385463210
Email:info@divingbollablu.it narcicocco@gmail.com
Sito web:
www.divingbollablu.it

Alike diving

Telefono:3338103636
Email:alikesinziasdiving@gmail.com
Sito web:
alikediving.com

ASD Sub Sinnai

Telefono:3455383510 – 0709190132
Email:segretaria@subsinnai.it
Sito web:
www.subsinnai.it

Diving center 4 mori

Telefono:3281425568
Email:divingcenter4mori@hotmail.com
Sito web:
https://divingcenter4mori.wixsite.com/my-home/it/contact

Centro immersioni Villasimius

Telefono:3407835517
Email:centroimmersionivillasimius@gmail.com
Sito web:

A.S.D. Teleco Cagliari

Telefono:3316010296
Email:asdteleco@gmail.com
Sito web:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100087777837041

Pescaturismo

Coop. Sampey Mare Blu

Telefono:3408515245 – 3400538233
Email:sampey-simone@tiscali.it
Sito web:

Trasporto Passeggeri

Matilda II – S.AT.MAR. snc

Telefono:340 0676054
Email:roberto.murgia@tiscali.it
Sito web:
www.matildacharter.com

Fiore di Maggio I

Telefono:3404862894
Email:escursioni@fioridimaggio.eu
Sito web:
fioridimaggio.eu

Fiore di Maggio II

Telefono:3404862894
Email:escursioni@fioridimaggio.eu
Sito web:
fioridimaggio.eu

Battellieri Cagliari s.r.l

Telefono:3488407723
Email:amministrazione@battegliericagliari.it
Sito web:
www.battelliericagliari.it

Sentiero delle cave

Brevetto richiesto:
scopri

Sentiero Punta Molentis

Brevetto richiesto:
scopri

Sentiero Isola dei Cavoli

Brevetto richiesto:
scopri

Normativa

dell’Area Marina Protetta CAPO CARBONARA

L’ Area Marina Protetta “Capo Carbonara” è stata istituita dal Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare , con decreto Ministeriale del 15 Settembre 1998, poi modificato nel 1999 e sostituito integralmente dal Decreto Ministeriale del 7 Febbraio 2012 (Gazzetta ufficiale n° 113 del 16 Maggio 2012). La gestione dell’ Area Marina Protetta è affidata al solo Comune di Villasimius.

Ricorda:

Il perimetro dell’Area Marina Protetta “Capo Carbonara” ricade quasi interamente con il  Sito di interesse comunitario (SIC) istituito ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE

Nell’ Area Marina Protetta “Capo Carbonara” troviamo diverse Zona di Protezione Speciale (ZPS) istituita ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/CEE

L’ Area Marina Protetta “Capo Carbonara” è diventata area Area ASPIM (Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea) ai sensi della Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento meglio conosciuta come Convenzione di Barcellona.

Mappe Scaricabili

dell’Area Marina Protetta CAPO CARBONARA

Materiale Divulgativo

dell’Area Marina Protetta CAPO CARBONARA

Attività Consentite e Vietate

dell’Area Marina Protetta CAPO CARBONARA

Zona A (Riserva Integrale)
È consentito:

  • L’accesso al personale dell’Ente Gestore, per attività di servizio, e al personale scientifico, per lo svolgimento di attività di ricerca autorizzate.
  • La realizzazione di visite guidate subacquee, regolamentate dall’Ente Gestore, in aree limitrofe, secondo percorsi prefissati, tenendo comunque conto delle esigenze di elevata tutela ambientale.
  • Le attività di soccorso e sorveglianza.
  • Le attività di servizio svolte per conto dell’Ente Gestore

È vietato:

  • La balneazione.
  • La pesca professionale, sportiva e subacquea.
  • Il transito di natanti fatta eccezione per quelli dell’Area Marina Protetta o autorizzati dalla stessa.

Zona B (Riserva Generale)
Sono consentite le attività della zona A.
Inoltre sono consentite:

  • La navigazione a natanti ed imbarcazioni a bassa velocità non oltre i 10 nodi.
  • Le visite guidate subacquee regolamentate dall’Ente Gestore dell’Area Marina Protetta con le modalità presenti nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.
  • La balneazione.
  • Le immersioni subacquee libere senza autorespiratore nel pieno rispetto delle disposizioni dell’Ente Gestore e delle ordinanze della Capitaneria di porto.
  • L’ormeggio nelle apposite strutture predisposte dall’Ente Gestore oppure compatibilmente con l’esigenza di tutela dei fondali (fondali sabbiosi o rocciosi).
  • La piccola pesca, con attrezzi selettivi che non danneggino i fondali (reti da posta fisse, nasse e tramaglio), ai soli pescatori professionisti residenti nel Comune di Villasimius alla data di entrata in vigore del Decreto n° 60 del 7 febbraio 2012 con le modalità presenti nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.
  • La pesca sportiva ai soli residenti o equiparati ad essi (proprietari di seconde case, posto barca alla Lega Navale di Villasimius, posto annuale alla Marina di Villasimius), con le tecniche e le quantità previste nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.
  • L’attività di whale – watching (osservazione cetacei) secondo le modalità previste nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.

Sono vietate:

  • La pesca subacquea.
  • Le immersioni libere con autorespiratore.
  • L’utilizzo di moto d’acqua o acquascooter e mezzi similari, la pratica dello sci nautico e sport acquatici similari.

Zona C (Riserva Parziale)
Sono consentite le attività della zona B.
Inoltre sono consentite:

  • L’accesso alle navi da diporto.
  • La navigazione a natanti ed imbarcazioni a bassa velocità non oltre i 10 nodi. L’ormeggio nelle apposite strutture predisposte dall’Ente Gestore oppure compatibilmente con l’esigenza di tutela dei fondali (fondali sabbiosi o rocciosi).
  • La piccola pesca, con attrezzi selettivi che non danneggino i fondali (reti da posta fisse, nasse e tramaglio), ai soli pescatori professionisti residenti nel Comune di Villasimius alla data di entrata in vigore del Decreto n° 60 del 7 febbraio 2012 con le modalità presenti nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.
  • Le immersioni subacquee libere con e/o senza autorespiratore previa autorizzazione del soggetto gestore con le modalità presenti nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.
  • La pesca sportiva ai residenti o equiparati ad essi (proprietari di seconde case, posto barca alla Lega Navale di Villasimius, posto barca annuale alla Marina di Villasimius) e ai non residenti, con le tecniche e le quantità previste nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.
  • L’attività di whale – watching (osservazione cetacei) secondo le modalità previste nel Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.

Sono vietate:

  • La pesca subacquea
  • L’utilizzo di moto d’acqua o acquascooter e mezzi similari, la pratica dello sci nautico e sport acquatici similari.

Zona D (Riserva Sperimentale)
Sono consentite le attività della zona C.
Inoltre sono consentite:

  • La navigazione a natanti ed imbarcazioni a bassa velocità non oltre i 20 nodi.

Sono vietate:

  • La pesca subacquea.
  • L’utilizzo di moto d’acqua o acquascooter e mezzi similari, la pratica dello sci nautico e sport acquatici similari.

Area Marina Protetta Capo Carbonara – Villasimius

Via Roma, 60 – 09049 Villasimius (CA)
Tel. 070/790234
Ingresso uffici amministrativi AMP da via Aspromonte, 14

Email: info@ampcapocarbonara.it
Email: direzione@ampcapocarbonara.it
Pec: ampcapocarbonara.direzione@legalmail.it
Responsabile: Dott.ssa Valeria Masala
Telefono: 070/790234

ORARI

  • Lunedi: 10.00 alle 13.00
  • Mercoledi: 10.00 alle 13.00
  • Giovedi: 15.30 alle 17.30
  • Venerdi: 10.00 alle 13.00
Cagliari Rent - Noleggio Gommoni - Marina di Capitana - Quartu Sant'Elena - Cagliari - info@cagliarirent.it - +39 3297714150 - P.IVA 03169290925